Tratto da Lifegate.it
Matera 2019 è stata un’esperienza magica per la città e tutta la Basilicata. Oltre al ricco palinsesto culturale e alla crescita turistica, l’anno come capitale europea della cultura lascia in eredità opere importanti ma anche qualche lacuna.
Un importante capitolo nel riscatto della città lucana, definita in passato “vergogna d’Italia”, si è concluso il 20 dicembre scorso con la festa di chiusura di Matera 2019. La celebrazione, come quella d’inaugurazione del 19 gennaio, si è tenuta nella grande arena all’aperto della Cava del sole, uno dei luoghi restituiti alla città in occasione dell’anno come capitale europea della cultura. Un’eredità che si aggiunge ad altre opere di sviluppo e riqualificazione e al successo della rassegna internazionale che ha coronato il percorso di questo territorio – già riconosciuto per la sua unicità nel 1993 con l’iscrizione dei Sassi come patrimonio Unesco – desideroso di reinventarsi come centro di scambio e accoglienza. Tra tanto orgoglio e qualche polemica, vediamo come si è svolto l’anno di Matera 2019.
Già in precedenza Matera aveva vissuto un’esplosione di popolarità, con una crescita dei visitatori del 176 per cento tra il 2010 e il 2017 e di un ulteriore 20 per cento nel 2018. Nell’anno da capitale della cultura ha registrato un aumento dei turisti stranieri del 44 per cento, per un totale complessivo di quasi 870mila pernottamenti. La Fondazione Matera-Basilicata 2019, organizzatrice della rassegna, stima circa 330mila accessi a quasi 1.250 eventi, di cui oltre 400 si sono tenuti in altri comuni della regione. In tutta la Basilicata le presenze sono cresciute del 34 per cento.
Inoltre, l’intenzione della fondazione di coinvolgere i cittadini del territorio materano sembra essere riuscita, con la partecipazione di 18mila persone alle produzioni culturali e il 70 per cento del programma sviluppato attraverso processi di co-creazione realizzati insieme agli abitanti.
È proprio il valore della co-creazione ad avere orientato la capitale europea della cultura, a partire dalla chiamata pubblica dei progetti di comunità, il bando della fondazione che ha assegnato a 27 associazioni culturali lucane la produzione di circa metà del programma. Inoltre, il progetto Capitale per un giorno ha permesso a 130 comuni del territorio di diventare anch’essi protagonisti di questo anno speciale grazie all’assegnazione di fondi alle proposte più in linea con lo spirito di Matera 2019, espresso nello slogan “Open future”. Quindi quelle che hanno posto l’accento sull’apertura come elemento chiave per riflettere sul futuro collettivo dell’Europa, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale anche attraverso la rimozione delle barriere di accesso alla cultura. Il risultato di questi progetti è stato “di favorire le relazioni tra comuni, creare una rete per legare queste energie, far scoprire le eccellenze culturali dei diversi angoli della Basilicata”, commenta Giovanni Oliva, segretario generale della Fondazione Matera-Basilicata 2019.
Tra le altre iniziative che hanno espresso al meglio il carattere innovativo e inclusivo dell’evento citiamo la Open design school, laboratorio di sperimentazione che ha unito arte, scienza e tecnologia coinvolgendo oltre 100 artisti internazionali che hanno prodotto mostre, installazioni urbane ed eventi culturali, e la Silent academy, i cui protagonisti sono stati artisti e artigiani migranti che hanno curato la realizzazione di workshop e opere. Tra le mostre e gli eventi di spicco segnaliamo l’esposizione Architettura della vergogna, realizzata in collaborazione con gli Archivi di stato, volta a esplorare l’architettura come specchio dei valori culturali europei; la celebrazione del 50esimo anniversario dell’allunaggio con Matera vista dalla luna, programma arricchito dal concerto del gruppo musicale Subsonica alla Cava del sole; la messa in scena dell’opera Cavalleria Rusticana tra i Sassi di Matera; il festival La terra del pane che si è tenuto in un antico forno restaurato.